lunedì 25 novembre 2013

Fine novembre

L'idea che avevamo in mente era di aprire il mese di novembre con gli strepitosi colori autunnali del "posto magico", in un trionfo di bacche scarlatte, di foglie gialle, di larici dorati e di vette rosate nella luce del tramonto.
L'idea è rimasta un' idea per i soliti banali contrattempi che fanno parte della vita che si svolge al di quale dello schermo, dove il buon senso spesso prevale sul sogno e si impara a fare buon viso a cattiva sorte.
Però domenica non avevamo voglia di  essere  saggi: dopo il più classico dei pranzi domenicali, abbiamo infilato gli scarponi:

 
CAVOLO ROSSO IN AGRODOLCE
(per ricordare il posto magico)

INGREDIENTI
(per due persone: la Pulce preferisce le patate al forno)

uno scalogno piccolo
mezzo cavolo rosso
un cucchiaio colmo di zucchero
mezzo bicchiere tra vino bianco e aceto di mele
sale
olio

PROCEDIMENTO

Tagliare sottile lo scalogno e farlo appassire adagio con poco olio, sale e un po' di acqua. Pulire il cavolo, eliminando il torsolo e tagliarlo a listarelle sottili. Aggiungere il cavolo allo scalogno appassito e  farlo stufare adagio, per una ventina di minuti, senza farlo attaccare ma nemmeno lessandolo.
Aggiungere lo zucchero e bagnare con il vino e l'aceto, facendo in modo che il cavolo si caramelli leggermente. Aggiustare di sale e servire come accompagnamento della carne.



Nota a piè di pagina n. 1:  a noi piace con l'arrosto di maiale perchè  ci ricorda - ovviamente  - il posto magico.

Nota a piè di pagina n. 2: l'agrodolce è uno dei sapori che il signor Darcy ignorava prima del matrimonio; adesso mangia anche le cipolline in agrodolce, che vengono dritte dritte dalla cucina della mia nonna.

Nota a piè di pagina n. 3: l'agro e il dolce possono ovviamente essere declinati secondo il proprio gusto, aumentando o diminuendo - a proprio piacere - lo zucchero e/o  l'aceto.

Nota a piè di pagina n. 4: il mese di novembre è finito (ormai lo è ....) così, ieri sera, con una "enrosadira"  casalinga




e io

venerdì 15 novembre 2013

Settimane del cavolo


Lunedì? Mi spiace, è il giorno in cui in ufficio finisco più tardi
Martedì? No, non c’è tempo, la Pulce va in piscina e si arriva a casa a telegiornale già iniziato
Mercoledì? Niente da fare, finisco tardi ancora
Giovedì? Peggio,  il signor Darcy  va in palestra ad arrampicare e arriva a telegiornale quasi finito;  non è il caso di arrischiare esperimenti mentre con un occhio controllo il risotto e con l’altra seguo i compiti della Pulce
Venerdì? Da quanto tempo non faccio il mio turno di riposo? Ormai è sempre più simile al lunedì e poi c’è la spesa da fare per cui si arriva a casa ancora tardi
Sabato?  Però al mattino almeno dare una parvenza d’ordine a questa casa che se mia madre la vedesse mi direbbe di vergognarmi… poi c’è la scuola calcio della Pulce, però  vediamo, magari per cena….
Domenica? Sì, domenica sì…

Domenica  c’è tempo per impastare,  per ascoltare musica,  per vedere che cosa c’è fuori da una finestra che di solito inquadra solo il buio,  per tritare e sminuzzare, per montare le chiare a neve e per mescolare la polenta….
Domenica scorsa c'è stato il tempo per preparare questa versione un po' imbastardita dei mondeghili, visto che di cavoli e verze avevo fatto scorta, in tutti i sensi

Ingredienti
300 grammi di carne trita mista
100 grammi di mortadella
3 cucchiai abbbondanti di grana grattuggiato
1 uovo grosso
1 spicchio di aglio
foglie di verza
circa una spanna di salsiccia (!)
mezza cipolla piccola
sale

Procedimento

Mescolare la cane trita con la mortadella tritata finemente, il grana, lo spicchio di aglio tritato e l'uovo ; aggiustare di sale (eventualmente si può unire anche della salsiccia). Affettare finemente la cipolla e farla rosolare in una padella con olio  e aggiungere poi la salsiccia sgranata e cuocere per una decina di minuti. Sbollentare le foglie di verza alle quali va tolta la parte finale più dura della nervatura; asciugare le foglie tamponandole. Formare delle polpette non troppo grosse e avvolgerle nelle foglie di verza legandole a pacchettino con lo spago da cucina. Mettere le polpette nella padella con la cipolla e la salsiccia e far cuocere bagnandole con un po' di vino bianco e poi con un po' di brodo per una ventina di minuti. Servire i quasi "mondeghili" caldi con la polenta.


Nota a piè di pagina n. 1: perchè versione imbastardita? perchè ci vorrebbe la mortadella di fegato (che a me non piace molto), perchè le polpette dovrebbero essere di forma allungata, perchè le polpette - prima di essere avvolte nella verza - dovrebbero essere fritte (ma io alleggerisco), perchè le foglie dovrebbero essere fissate con uno stuzzicandenti (ma a me il  fiocchetto sembra più vezzoso), perchè nessuno dice di cuocerle praticamente stufate con la cipolla e la salsiccia....

Nota a piè di pagina n. 2: premesso quanto sopra, mio padre critica la mia versione e soprattutto l'intingolo che a - detta sua - è un po' troppo "borlanda"..


Nota a piè di pagina n. 3: Se non piovesse sempre ci sarebbe anche il tempo magari per fare una passeggiata nel bosco… però se nel pomeriggio piove c’è tempo per stirare. Se domenica fosse di 48 ore forse ci sarebbe anche il tempo per ricamare, leggere in orari non da pipistrello, telefonare alla mia amica A....

 Nota a piè di pagina n. 4: e per questa domenica che arriva altre idee a lunga cottura....