venerdì 27 giugno 2014

Piccolo mondo

Cresce la Pulce, come le piantine che dopo essere state utilizzate come segnaposti per il pranzo di Pasqua, adesso prosperano rigogliose in un vaso sul terrazzo, fioriscono e danno frutti che io guardo con lo stesso stupore con cui guardo mio figlio.
Banalità vero? Ci pensavo in questi giorni nei quali, recuperata almeno in parte la serenità, minata da una serie di preoccupazioni che questa volta andavano oltre la scrivania dell'ufficio, mi sono dedicata alla cucina con la testa sgombra e le mani irrequiete e, come colonna sonora, un concerto  di Mozart,  di una perfezione tale da incantare. 
Non mi mancano le ricette  con le quali pasticciare e nemmeno le quattro parole per accompagnarle,  ma quando mi guardo intorno ed entro nelle cucine altrui,  patinate ed eleganti, dove  scopro ricette complesse  con  ingredienti insoliti che vanno ben al di là di quelli che ingombrano la mia dispensa, quando mi perdo nei racconti  viaggi e di incontri, mi domando che cosa ci faccio io in questo mondo scintillante e raffinato.
Sono solo un'impiegata e non salvo la vita a nessuno con il mio lavoro,  sono  mamma  di un figlio solo e non di una nidiata vivace,  vivo in un piccolo paese  il cui unico pregio è il panorama,  e non posso raccontare nulla che non sia il mio piccolo mondo e la banale quotidianità della mia vita nella quale corro sui tacchi o con le ballerine ai piedi per timbrare in orario dopo aver lasciato la Pulce al Grest piuttosto che al CRES, mi esibisco in equilibrismi da acrobata non sospesa a mezz'aria sulla pista del circo, ma camminando precaria sul filo ingarbugliato degli impegni, prendo al volo i più lenti  mezzi di trasporto non per perdermi in viaggi da sogno, ma per combinare la spesa con la pausa pranzo, recito a soggetto la parte della donna serena e sicura, senza raccogliere applausi dalla platea di spettattori,  ascolto musica per cercare la bellezza ma non so suonare nemmeno il tamburello e  inforno torte per  trovare quella dolcezza che a volte mi è difficile esprimere altrimenti.
Chi ha interesse a leggere  i raccontini che imbastisco nella pausa d'ufficio o che annoto in minuta sull'agenda nella sala d'attesa del dentista e che parlano di ospiti che dormono a testa in giù o di passeggiate nei boschi ? Quale vento di novità porto io con le mie ricette casalinghe, d'altri tempi , spesso di una semplicità disarmante?
Ma, mentre le note del flauto e il profumo del dolce si inseguivano nella mia cucina low tech, mi è venuto in mente che  - in fondo  - il mio piccolo blog non è nato per stupire con effetti speciali. Io cucino per necessità  e per allegria,  perchè cucinare è uno dei tanti gesti per esprimere amore e attenzione, perchè nelle ricette che metto in tavola ci sono sia le mie radici sia  la mia voglia di  affacciarmi su un mondo più grande, perchè tra pentole e fornelli, tra tortiere e sbuffi di farina ascolto le chiacchiere di un bambino che cresce, rido, sorrido, dimentico amarezze e delusioni, soffoco le preoccupazioni e ricaccio indietro le lacrime che a volte spuntano dispettose per un ricordo improvviso. 
E scrivo le mie banalità un po' per celia e un po' per non morire, per ricordare e sognare (se riesco), e  per sfuggire, qui dove posso e dove sono solo Claudette,  ai tecnicismi  del mio arido linguaggio quotidiano.
E allora? 
E allora la mia cucina virtuale rimane aperta, un po' ingenua, a volte  scontata, raramente orginale, un po' come sono io,  spesso fuori moda, alla ricerca  di quella perfezione che per ora ho trovato solo nella natura e nella musica.
 E, allora, per continuare a infornare  e sfornare, ecco la ricetta  della torta di domenica, profumatissima

 Torta alle albiccocche

Ingredienti

per la pasta
 

200 grammi di farina bianca
75 grammi di zucchero
75 grammi di burro tagliato a cubetti, a temperatura ambiente
1 uovo intero
2-3 cucchiai di acqua ghiacciata

per il ripieno

 crema pasticcera (con mezzo litro di latte: la ricetta la sapete tutti quindi.... fate voi)
600 grammi di albicocche mature
50 grammi di zucchero
2 cucchiai di grappa

Lavare le albicocche, dividerle a metà eliminando il nocciolo, disporle con la polpa verso l'alto su una teglia rivestita di carta da forno e spolverizzarle con i 50 grammi di zucchero. Infornarle in forno già caldo a 220° per una decina di minuti, fino a che si ammorbidiscono.
Mentre le albicocche sono in forno, preparare la pasta (che è veloce, ma richiede poi una mezz'ora di riposo)
Setacciare sul piano di lavoro, o in una ciotola, la farina, lo zucchero e il sale, creando un cratere al centro del quale mettere il burro e l'uovo. Lavorare con la punta delle dita uovo e burro e incorporare man mano la farina con una spatola o con un coltello; aggiungere l'acqua fredda a poco a poco fino ad ottenere un impasto compatto. Formare una palla e lasciar riposare la pasta in frigorifero per una mezz'ora.
Mentre la pasta riposa e le albicocche si raffreddano, preparare la crema pasticcera (la sapete fare tutti, quindi niente ricetta!)

Stendere la pasta in una tortiera con il fondo mobile del diametro di 25 cm (più o meno) imburrata e cosparsa di pan grattato; versare la crema aromatizzata con  uno o due cucchiai di grappa e livellarla; disporre le albicocche sulla crema con la polpa verso l'alto. Infornare a 200° per una quarantina di minuti, fino a che la superficie della crema è dorata e le albicocche ben colorite.
Lasciar raffreddare la torta, e con cautela, dopo aver tolto il bordo della tortiera, spostarla sul piatto da dolce e spennellarla con lo sciroppo che si è formato durante il primo passaggio in forno delle albicocche o con della gelatina di albicocche ammorbidita con un po' di grappa.
Servire a temperatura ambiente.


Nota a piè di pagina n. 1:  la ricetta  è tratta - con qualche aggiustamento - da uno dei miei libri preferiti "Délicieuses tartes sucrées et saleés" di Maxine Clark; io ho omesso la grappa nella "lucidatura" della torta che era destinata anche alla Pulce.

Nota a piè di pagina n. 2: il concerto di Mozart è questo... : ascoltate il secondo movimento e fatemi sapere

16 commenti:

  1. Complimenti per la torta bellissima e golosa!!!! Felice giornata

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  2. Il tuo non è un piccolo mondo ma un grandissimo universo, perchè non c'è bisogno di andare chissà dove o fare chissà cosa per non essere banali. La banalità non è in ciò che si fa o nei posti in cui si sta. Quello che trapela dai tuoi racconti è tutt'altro che banale, perchè si nota la tua sensibilità delicata e leggera e la tua intelligenza dietro ad ogni riga. Evidentemente non sei consapevole di quanto tu riesca a trasmettere attraverso le tue parole e di quanto interessanti siano i tuoi post, mille volte di più di tanti post insulsi di tanti blog che si basano solo sull'apparenza ma che non hanno nessuna essenza. Salgari è diventato uno scrittore famoso scrivendo racconti fantastici di mondi che non aveva mai conosciuto. C'è gente che viaggia sempre, che ha una vita apparentemente emozionante ma che è molto povera dentro e non potrà mai trasmettere nulla a nessuno. Questa è la vera banalità.
    Un abbraccio.

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    1. Ti ringrazio! Forse la stanchezza e le delusioni lavorative di questo periodo mi fanno vedere tutto più grigio quello che mi riguarda e più brillante quello che fanno gli altri (hai in mente il proverbio secondo cui l'erba del vicino è sempre più verde?). Certo è che sentirmi definire "interessante" mi fa sorridere perche - come sexy - è un aggettivo che non ho mai pensato riferito a me stessa.... però fa piacere!
      Claudette

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  3. Io vorrei un po' delle tue capacità, quelle che esprimi in cucina e nella scrittura. Vorrei riuscire a comunicare i miei pensieri come te, con stesure accattivanti e ironiche e invogliare a mettersi ai fornelli per realizzare dolci e pietanze per la gioia della famiglia. Non so scrivere bene e nemmeno cucinare ma anch'io ho un blog dove espongo quello che so fare, forse lo faccio soprattutto per me, per il piacere di ricevere un commento o per la soddisfazione di constatare che in qualche post le visualizzazioni aumentano. Non penso mai a chi mi legge e alle eventuali critiche per ogni difetto del mio blog, lo faccio perchè mi piace, perchè per ora mi diverto. Quando non ci sarà più per me né piacere né divertimento smetterò senza preavviso, non è un lavoro, nessuno se ne accorgerà, nessuno sarà danneggiato dalla mia improvvisa sparizione dal web. Io non ho mai provato neanche una ricetta di quelle che proponi perchè non mi piace stare in cucina, ma il tuo blog lo leggo sempre con piacere, mi interessa e mi diverte.

    Nota a piè di commento: Mozart è splendido.

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    1. Felice che anche tu apprezzi la bellezza di Mozart! Forse non sai cucinare, ma sicuramente sai scrivere e - credimi - io ti leggo volentieri per le riflessioni che spesso emergono dai tuoi post dedicati alle piccole bellezze della natura. E poi sei una fonte di ispirazione preziosa per le composizioni di fiori: come te ho la materia prima a costo zero. Mi limito invece a guardare i tuoi lavori a a maglia: me la cavo con mattarello e pentole, ma i ferri e l'uncinetto non sono i miei strumenti!
      A presto, Claudette

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  4. Venire a leggerti nel tuo blog è come avere una ventata di aria fresca. La vita patinata (diciamocelo) non sarà mai la nostra vita. La Vita, quella vera, è tra i mille fili degli impegni, gli ostacoli da saltare stile *olio Cuore*, le giornate storte. Le nostre sono le cucine di chi vive da sempre una vita normale. Gli altri? Si divertano a *patinare* noi le nostre cucine le viviamo, il cibo che cuciniamo lo mangiamo pure (ma va?) e se la torta o il pane ci esce un po' *stortignaccolo* ci piace lo stesso!
    Vivere e condividere è una bella cosa....la vita .... pure!.
    Baci
    Nora
    PS Mi sa che questa la farò anch'io non appena riuscirò a trovare sul mercato di Milano delle albicocche che sappiano di albicocche e non di rape o patate.....

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    1. Ecco, infatti, nel mio blog finisce quello che cucino davvero e che mangio sul serio, anche se non è esteticamente perfetto. E leggerti Nora mi fa sempe piacere perche riconosco nelle tue giornate le mie, tra colleghi musoni, mezzi di trasporto acchiappati al volo, borse della spesa e borse da lavoro, post scritti ad orari impossibili e pomeriggi in cucina con un figlio che cresce e stupisce.
      Claudette
      p.s. le albicocche? le mie sono il primo raccolto decente dell'albicocco di mia suocera. E infatti non sono albicocche perfettamente vellutate e.... "patinate"!

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  5. La tua cucina che chiami ingenua, ma che ha tanto di te e delle tue passioni è un po' come i miei dipinti....vogliamo chiamarla cucina naif? Ispira subito simpatia perchè è sana, buona e pure bella!

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    1. Bello, mi piace, cucina naif mi piace molto! grazie per il suggerimento!
      Claudette

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  6. Sarà, Claudette, ma a me una blogger che, invece di vantare le virtù del pepe di Szechuan rispetto al classico "Tappomacina", raccontare di essere stata all'inaugurazione del nuovo ristorante di Cracco e recensirne i piatti improbabili, mi cita la Madama Butterfly, sembra molto speciale.
    Ultimamente ho poca voglia di sperimentare e mettere i frutti di mare nel soufflé al cioccolato perché l'ha fatto Montersino, trovo che i tuoi interessi a tutto tondo ti rendano molto più completa e credibile!

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    1. Hai poca voglia di sperimentare ma hai l'occhio attento alle parole di Madama Butterfly! sono espressioni che ormai fanno parte del mio "lessico famigliare" ma lasciano un po' interdetti i miei colleghi che pensano che io vaneggi...
      Questo è un periodo un po' pesante anche per me, un po' per il lavoro un po' per qualche preoccupazione di troppo che ci ha rannuvolato l'orizzonte per qualche tempo e la conseguenza è stata una cucina molto semplice, anche per ragioni di salute, che si è fondata soprattutto su piatti collaudati piuttosto che su esperimenti. Ma oggi, tornando a casa dal lavoro, mentre aspettavo i mezzi pubblici sotto l'ennesimo temporale, mi sono regalata - dopo tempo - una rivista di cucina, tutta piena di piatti coloratissimi, ma con ingredienti abbordabili e reperibili anche qui nel nord profondo
      Claudette

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  8. Cara Claudette, dopo queste riflessione, mi sei ancora più simpatica, perchè sono proprio i tuoi racconti di vita quotidiana, le tue ricette semplici di una volta, (adoro quando pubblichi i tuoi piatti di famiglia!) a renderti speciale, perchè sei una di noi, vera e genuina!
    Grazie per questa ricetta, ho delle albicocche dell'orto di mio padre, secondo te, se sono mature, posso saltare il passaggio di precottura in forno della frutta?
    Ti ringrazio del tuo passaggio da me, non conoscevo i baicoli, ho visto in rete qualche ricetta, sembrano buoni... grazie per averli citati, mi piacciono i biscotti semplici di una volta, magari se avessi voglia di replicarli con la tua di ricetta mi farebbe piacere, per me sei una garanzia,
    buona giornata!

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    1. Grazie delle tue parole Amalia: sono felice che tu venga in visita volentieri nella mia cucina per quattro chiacchiere e un fetta di torta come si fa tra amiche. Io credo , a proposito di torte, che il passaggio in forno , magari più breve, sia importante per rendere le albicocche più dolci, quei come una marmellata. Comunque se provi senza il passaggio in forno sarà la TORTA DI AMALIA. A presto! Claudette

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  9. Ti abbraccio e mangio, virtualmente, la tua torta ascoltando Mozart... un momento di serenità. Grazie

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  10. Carissima Claudia, il tuo blog è come un piatto ben riuscito! Mi piace come riesci a "farcire" le tue ricette con il quotidiano tribolare, con aneddoti di famiglia e con i ricordi a volte lieti e altri meno, è bello ritrovarsi in ciò che scrivi e tu scrivi davvero bene, quindi continua così!

    p.s. La torta ha un aspetto davvero invitante, difficile è però trovare albicocche nostrane come quelle che hai usato tu, con questa pioggia la frutta quest'anno ha davvero poco sapore...

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