giovedì 22 settembre 2016

Per san Michée, la pianta l'è tua , i fichi inn mé



Il nonno (mio padre) dalla fine del mese di maggio, è piuttosto acciaccato; dagli esami risulta che l'anziano signore ha un invidiabile campionario di patologie della colonna vertebrale che farebbero la gioia di ogni ortopedico, di ogni fisiatra e di ogni neurochirurgo e che lo limitano decisamente nei movimenti: fatica a fare le scale, a guidare, a camminare, a chinarsi...è inciampato un paio di volte ritrovandosi con le ginocchia sbucciate come la Pulce che - però - ha un bel po' di anni in meno.
"Sto bene solo sdraiato oppure seduto  bene appoggiato in poltrona" mi dice e, in effetti, ha trascorso l'estate praticamente  senza uscire di casa, rinunciando a un paio di concerti, a una serata all'opera, all'attesa vacanza all'estero, ospite di amici ormai più anziani di lui, ma tanto temerari da prenotare ancora i biglietti per la stagione lirica da un anno con l'altro. 
Qualche giorno fa però, quando sono passata dalla mia casa paterna- come ogni sera  dopo il lavoro - per sbrigare quelle piccole faccende che comportano sollevamento pesi,  piegamenti e allungamenti - il nonno - tutto storto e dolorante ("Ah, oggi va proprio male....") mi ha offerto un bel cestino di fichi, maturi, adagiati su un letto di foglie.
"Sono quelli della nostra pianta, li ha colti la signora C questa mattina ....peccato ... è riuscita a prendere  solo quelli raggiungibili dal balcone..."
E io, ingenua, gli ho creduto...
Sì, perchè i fichi erano effettivamente quelli della nostra pianta, erano solo quelli che si raccolgno dal balcone e la signora C.  - la vicina di casa  - ha effettivamente partecipato alla raccolta, ma tenendo la scala sulla quale si è arrampicato il nonno.....
Per fortuna l'ho a saputo solo dopo, dal signor Darcy al quale il nonno ha confidato la marachella.

I fichi per questa antipasto rapido e veloce, da preparere all'insegna del "presto che è tardi",  invece li ho colti io, sempre dalla nostra pianta, sporgendomi dal balcone quel tanto che basta per arrivare, con un "rampino"  a quelli più lontani, succosi e maturi. 

FAGOTTINI PROSCIUTTO E FICHI


Ingredienti


Una confezione di pasta sfoglia rettangolare
4 fichi maturi ma non sfatti
4 fette di prosciutto crudo
un rametto di rosmarino


Procedimento

Accendere il forno a 220°.
Lavare i fichi e lavarli bene; dividere la pasta sfoglia in 4 rettangoli. Appoggiare su ogni rettangolo un fico tagliato a metà.
Farcire ogni fico con una fetta di prosciutto crudo e qualche aghetto di rosmarino. 


Formare un fagottino con la sfoglia, avvolgendo bene ogni fico. Appoggiare su una teglia rivestita di carta da forno. 
Salare appena in superficie e infornare  per una decina di minuti, fino a che la superficie dei fagottini è ben dorata e croccante.


Servire caldi, accompagnando eventualmente con altre fettine di prosciutto crudo .



Nota a piè di pagina n. 1: conservare i fagittini avanzati in frigorifero perchè i fichi, anche se cotti, fermentano... anzi meglio, mangiateli  tutti così non dovete buttare quel fagottino che vi eravate tenuto da parte per il pranzo in ufficio. 

Nota a piè di pagina n. :2 La mia nonna materna diceva "A sete ani i xe putei, a setanta oncora quei" .... aveva ragione!

Nota a piè di pagina n. 3: lo so che non è elegante dirlo in nota, ma ormai sono in ritardo,anzi, in ritardissimo come il Bianconiglio di Alice...dopo due anni sono costretta a abbandonare l'MTC e le sue sfide mensili. Troppi impegni si sovrappongono per consentirmi di trovare lo spazio per mettere in cantiere ricette che richiedono tempo per cercare e scegliere gli ingredienti e tempo di preparazione, rispettando termini e scadenze; d'altra parte, partecipare raffazzonando una ricetta in qualche modo non è corretto e non corrisponde al mio modo di essere. Ho imparato tanto e tanto ancora imparerò, anche solo leggendo varie proposte e i mille e mille suggerimenti che accompagnano ogni ricetta . Rientrerò in gioco, se le regole lo contemplano, appena mi sarò districata da questo groviglio.


giovedì 15 settembre 2016

Buona scuola a tutti!


Primo giorno di scuola: quaderni con le copertine colorate, pastelli nuovi e profumati, pennarelli di ogni sfumatura... è tutto pronto, anche la Pulce, che dopo un attimo di smarrimento, ritrova i suoi compagni e sparisce tra i tanti bambini che si raccolgono nel cortile, prima che, al suono della campanella, le maestre li richiamino per entrare a scuola.
Anch'io mi attardo, per una volta .....e ascolto,

Mamma n. 1
“Avete saputo? Non c'è più il direttore dell'anno scorso, sì... insomma, il reggente.... del resto meglio così....  considerava la nostra scuola come una succursale della sua…. Dobbiamo preservare l’identità della nostra scuola!”

(Oddio, forse mi sono persa qualcosa: siamo in via di estinzione?)

Mamma n. 2
“Ecco,è il primo giorno e la maestra B oggi già non c'è …. Non sarà mica incinta, perché sai, i bambini fanno la quarta e se cambiano metodo di insegnamento poi alle medie ….”

(Appunto, alle medie, ragazze state calme! mancano due anni…. E la maestra B l’ho vista io venerdì con il materiale scolastico…e se fosse incinta buon per lei: ad essere madri avete diritto solo voi?)

Mamma n. 3
“E sì, quest’anno il maestro, oltre ai nostri per le materie di studio, prende la prima, come insegnante  prevalente…. Ecco, così  punterà tutto sui piccoli e i nostri  saranno abbandonati …..”

(Aiuto! mi sfugge il nesso... perché mai non dovrebbe riuscire a spiegare storia geografia e scienze in quarta se insegna l’alfabeto in prima?)

Mamma n. 4
“Speriamo che ci diano subito il calendario delle festività, perché io mi devo organizzare….”

(Sarà che a me i piani saltano sempre all’ultimo momento ma io sono indecisa se scegliere come motto “  voi non sapete né il giorno né  l’ora” oppure “carpe diem, quam minimum credula postero”)

Fiordisambuco, stai calma, non farti prendere dall'ansia: è stato solo il primo giorno di scuola.....non  sai cosa ti aspetta in questo lungo anno.... Meglio far merenda!

Panini morbidi al cioccolato
(da una ricetta di "Fragole a merenda" 
di Sabrine d'Aubergine)


Ingredienti
(per una decina di panini)
350 g di farina manitoba
1 pizzico di sale
180 ml di latte
60 g di zucchero semolato
50 g di burro
2 tuorli (Sabrine ne usa 3)
una bustina di lievito di birra secco (7 g= 1 cubetto da 20 g di lievito di birra fresco)

un paio di cucchiaiate di crema al cioccolato
un paio di cucchiaiate di marmellata di albicocche
un cucchiaino di latte
granella di zucchero

Procedimento

In una ciotola ampia mescolare la farina e il sale con una frusta a mano e formare un incavo al centro con i bordi alti.
Sciogliere lo zucchero nel latte intiepidito e versare nell'incavo, aggiungere il lievito e mescolare delicatamente in modo che il liquido non si mescoli alla farina.
Sigillare con la pellicola e lasciar riposare per una ventina di minuti, in modo che si formi sulla superficie una schiuma compatta.


Nel frattempo sciogliere il burro a fuoco dolce; sbattere leggermente i tuorli; tenerne da parte due cucchiaini ed unire il resto al burro intiepidito. 
Versare il composto di burro e uovo nel cratere  di farina e mescolare con un cucchiaio incorporando tutta la farina fino a ottenere un impasto uniforme ma piuttosto appiccicoso,
Ungere con un po' di burro il piano di lavoro (che per me è il solito tagliere della polenta, degradato al ruolo di "asse di legno"), trasferirvi la palla di pasta  e coprire con una ciotola, lasciando riposare per una decina di minuti. A questo punto la massa  appiccicosa si è trasformato in un docile impasto che va lavorato per un quarto d'ora circa sbattendolo sul piano di lavoro e ripiegandolo su se stesso e poi con torciture. Al termine della lavorazione l'impasto ha una consistenza liscia e morbida.


Metterlo in una ciotola pulita e imburrata e lasciar lievitare fino a che raddoppia di volume.
Quando l'impasto è pronto, accendere il forno a 220°e preparare una teglia liscia rivestita di carta forno.


Dividere la pasta in 8/10 porzioni. Stendere ogni porzione con le mani o con un piccolo mattarello, senza schiacciare troppo; mettere al centro di ciascuna porzione o di crema al cioccolato o un po' di marmellata (per soddisfare tutti io ne ho fatti 5  con un ripieno e l'altro), piegare a metà o chiudere formando una pallina.


Appoggiare man  mano  i panini sulla teglia, spennellare con il tuorlo diluito nel latte, decorare con la granella di zucchero  e lasciar riposare una decina di minuti. Infornare e lasciar cuocere fino a che i panini sono dorati ( al massimo un quarto d'ora).


Buona merenda e buona scuola a tutti!


Nota a piè di pagina n. 1: è meglio che io porti la Pulce a scuola o con largo anticipo, così non incontro nessuno, o all’ultimo minuto così ho il pretesto del lavoro per scappare via dai crocchi di mamme che diffono il panico... però, a volte, un po' mi piacerebbe potermi fermare a chiacchierare  con qualche mamma, invece che scambiare un saluto frettoloso....

Nota a piè di pagina n. 2: sigillare bene i panini, altrimenti cioccolata e marmellata in cottura si "spantegano"  sulla teglia (ovvero si spargono) e si bruciacchiano